

Cos’è l’Ansia? Quali sono i sintomi dell’ ansia? Quando i sintomi dell’ ansia sono segno di uno stato patologico? Quando invece sono da considerare una condizione normale?
L’ansia è un’emozione e, in quanto tale, è costituita da un aspetto psicologico (il vissuto soggettivo) e un aspetto fisiologico: questi sono strettamente legati tra loro ed entrambi concorrono alla genesi di quell’insieme di sintomi e segni che noi chiamiamo “ansia”.
- Sintomi Fisiologicidell’ansia (tachicardia,palpitazioni, sudorazione, tremori etc);
- Sintomi Psicologici dell’ansia (paura di morire, di impazzire, di perdere il controllo, etc);
- Sintomi Comportamentalidell’ansia (comportamenti di evitamento, di fuga, di immobilizzazione (freezing), reazioni eccessive a stimoli innocui, etc)
L’ansia può essere definita come un meccanismo difensivo incredibilmente potente ed estremamente utile in tutte le situazioni di pericolo, la cui attivazione ci consente di evitare o di affrontare il pericolo nel migliore dei modi. Chiaramente questo tipo di ansia è definibile “normale” e “non patologica”.
Quando dunque l’ “ansia normale” diventa “ansia patologica“? In linea generale e ragionando per estremi, potremmo definire l’ansia patologica come una risposta ansiosa “esagerata” rispetto al suo oggetto, e cioè rispetto alla “reale” pericolosità dell’oggetto che la scatena.
I disturbi d’ansia
IL DISTURBO DI PANICO
Il disturbo di panico è un disturbo d’ansia, caratterizzato da frequenti ed inaspettati attacchi di panico.
Si ha un attacco di panico quando l’ansia o la paura provate sono così intense da produrre sintomi mentali e fisici. Le sensazioni provate durante il primo attacco di panico sono così spiacevoli da indurre nel soggetto il timore di riprovarle, per cui si sviluppa una “paura della paura” (ansia anticipatoria). La persona può cercare, quindi, di mettere in atto dei comportamenti volti a prevenire il verificarsi di altri attacchi di panico: tenderà ad evitare le situazioni che teme possano provocarli (comportamenti di evitamento) o le affronterà soltanto dopo aver preso delle precauzioni (comportamenti protettivi).
IL DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO
Il disturbo d’ansia generalizzato è un disturbo d’ansia caratterizzato da uno stato di preoccupazione per diversi eventi, che risulta eccessivo in intensità, durata o frequenza rispetto all’impatto o alla probabilità reali degli eventi temuti dal soggetto. Tale stato, inoltre, non risulta associato a specifiche circostanze, è difficile da controllare per chi lo sperimenta ed è presente nel soggetto per la maggior parte del tempo per almeno sei mesi.
Le preoccupazioni eccessive sono accompagnate da sintomi come irrequietezza, facile affaticabilità, difficoltà a concentrarsi , irritabilità, sonno disturbato, tensione muscolare.
La maggior parte delle preoccupazioni eccessive sono relative a circostanze quotidiane, come responsabilità lavorative, problemi economici, salute propria e dei familiari, incidenti a persone significative, piccole attività (es. faccende domestiche, far tardi agli appuntamenti).
LA FOBIA
La fobia è una paura marcata e persistente con caratteristiche peculiari:
- è sproporzionata rispetto al reale pericolo dell’oggetto o della situazione;
- non può essere controllata con spiegazioni razionali, dimostrazioni e ragionamenti;
- supera la capacità di controllo volontario che il soggetto è in grado di mettere in atto;
- produce l’evitamento sistematico della situazione-stimolo temuta;
- permane per un periodo prolungato di tempo senza risolversi o attenuarsi;
- comporta un certo grado di disadattamento per l’interessato;
- l’individuo riconosce che la paura è irragionevole e che non è dovuta ad effettiva pericolosità dell’oggetto, attività o situazione temuta.
La fobia è dunque una paura estrema, irrazionale e sproporzionata per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia e con cui gli altri si confrontano senza particolari tormenti psicologici. Chi ne soffre, infatti, è sopraffatto dal terrore all’idea di venire a contatto magari con un animale innocuo come un ragno o una lucertola, o di fronte alla prospettiva di compiere un’azione che lascia indifferenti la maggior parte delle persone (ad esempio, il claustrofobico non riesce a prendere l’ascensore o la metropolitana).
LA FOBIA SOCIALE
La fobia sociale è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla paura di essere giudicati negativamente in situazioni sociali o durante lo svolgimento di un’attività. Tipicamente le persone che soffrono di questo disturbo temono di poter dire o fare cose imbarazzanti e di esser giudicati ansiosi, impacciati, stupidi, deboli o “pazzi”.
Questi timori possono essere presenti solo in alcune situazioni sociali (fobia sociale specifica) o nella maggioranza di esse (fobia sociale generalizzata).
Per non provare disagio, chi ha questo disturbo cerca in tutti i modi di evitare le situazioni sociali e, quando è costretto a parteciparvi, si sente imbarazzato, impacciato, affaticato e desideroso di andare
IL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO (DOC)
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è uno dei disturbi d’ansia più frequenti ed è generalmente caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni, anche se, in alcuni casi, si possono presentare ossessioni senza compulsioni e viceversa.
Le ossessioni sono pensieri, immagini mentali o impulsi che si manifestano ripetutamente nella mente di una persona e che sono percepiti come sgradevoli ed intrusivi. Questi fenomeni mentali involontari infastidiscono molto le persone che ne soffrono, sia perché sfuggono al loro controllo sia perché provocano delle emozioni negative, a tal punto che in molti casi si sentono costrette a mettere in atto una serie di comportamenti ripetitivi o di azioni mentali per ridurre lo stato di disagio che li attanaglia (compulsioni). Le compulsioni, dette anche rituali o cerimoniali, sono invece dei comportamenti ripetitivi(es. lavarsi le mani, controllare se lo sportello della macchina è stato chiuso, riordinare) o delleazioni mentali (es. contare, pregare, ripetere formule superstiziose), messi in atto per ridurre il senso di disagio e l’ansia provocati dai pensieri ossessivi.La compulsione, dunque, riduce l’ansia, produce sollievo e dà un senso di relativa sicurezza, anche se dura poco tempo
IL DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS
Secondo il DSM-IV-TR (APA, 2000), il Disturbo Post traumatico da Stress si sviluppa in seguito all’esposizione ad un evento stressante e traumatico che la persona ha vissuto direttamente, o a cui ha assistito, e che ha implicato morte, o minacce di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri. La risposta della persona all’evento comporta paura intensa, senso di impotenza e/o orrore.
I sintomi del Disturbo Post traumatico da Stress possono essere raggruppati in tre categorie principali:
- il continuo rivivere l’evento traumatico: l’evento viene rivissuto persistentemente dall’individuo attraverso immagini, pensieri, percezioni, incubi notturni;
- l’evitamento persistente degli stimoli associati con l’evento o attenuazione della reattività generale: la persona cerca di evitare di pensare al trauma o di essere esposta a stimoli che possano riportarglielo alla mente. L’ottundimento della reattività generale si manifesta nel diminuito interesse per gli altri, in un senso di distacco e di estraneità;
- sintomi di uno stato di iperattivazione persistente come difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, difficoltà a concentrarsi, l’ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme.
Dott.ssa Marika Cocco