Quanto è alta la tua protezione emotiva?….Seconda Parte

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SECONDA PARTE: PROTEZIONE ZERO

Non è quella solare che usiamo per proteggerci dai raggi del sole in questa estate rovente. Non è neanche la protezione del post-lockdown.

Voglio parlare di un altro tipo di protezione: quella del cuore! Quanto è alta la tua?

Oggi mi concentrerò su quella che possiamo definire: protezione zero.

Mi capita di accogliere e di seguire in un percorso terapeutico persone adulte, genitori, ragazzi che tendono a non confinare, a non proteggersi adeguatamente e a non costruire la propria autonomia ed individualità.

Ci sono i sensation seekers, come li definisce Zuckerman, ovvero i ricercatori di sensazioni. Persone che, a livello di tratti e caratteristiche temperamentali, hanno la tendenza ad agire in maniera particolarmente impulsiva, spesso irresponsabile. Se non ci rendiamo consapevoli delle nostre emozioni, di quello che comporta mantenere un certo atteggiamento senza alcun limite emotivo e interpersonale, a lungo andare ci crea problematiche importanti e vere e proprie psicopatologie.

Ci sono le famiglie disimpegnate, come le definisce Minuchin, nelle quali i confini tra i singoli membri sono fortemente segnati: c’è una scarsa, se non assente, comunicazione tra le persone che ne fanno parte e non viene costruito e preservato il giusto ed adeguato spazio di scambio emotivo, di una complicità e tendenza a ricercare cooperazione e sostegno negli altri, con dei vuoti a volte incolmabili. Il risultato è quello di un funzionamento non sano e squilibrato delle sfere lavorative, scolastiche, della salute psicofisica e di quella emotiva.

Ci sono coppie che “si amano troppo” come spiega Norwood, dove non si costruisce e non si mantiene il proprio “essere sé stessi” e si cerca un uomo o una donna con cui sviluppare una relazione, senza prima aver sviluppato una relazione di sano e profondo amore con sé stessi. Non parlo di egoismo ma di un puro piacersi, in quanto percepisco in me una persona che ha delle qualità e delle risorse. Al di là dei difetti e dei limiti (sui quali possiamo anche “metter mano” ed apportare dei cambiamenti o percepirli semplicemente come delle caratteristiche che ci definiscono), emerge con forza la necessità di accettarci per accorciare il nostro processo di raggiungimento di un benessere e, perché no, della felicità.

Ci sono persone che mentono a sé stesse prima che agli altri. Gli autoinganni fanno alleviare nel brevissimo tempo paure, sofferenze, disagi: vedere solo ciò che fa comodo rendendosi pressoché ciechi a ciò che è scomodo e doloroso, a lungo termine può condurci al disastro!

Vogliamo preservare la nostra stabilità o instabilità emotiva ma, paradossalmente, tendiamo a creare una rete di relazioni fragili e difficili e soprattutto la percezione di una realtà disfunzionale ai nostri veri e autentici bisogni, desideri e necessità.

 Come lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia per non vedere il nemico che lo assale.

Dott.ssa Francesca Di Niccola

Contatto telefonico: 392 5176021

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